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Articolo 15/09/2013
Il 19 marzo 1963 il card. Montini, allora Arcivescovo di Milano, inaugurava il nuovo edificio dell'oratorio della Basilica di S. Vittore. Una struttura che aveva richiesto un impegno finanziario cospicuo (io stesso ricordo i ragazzi dell'oratorio in giro per Varese per "vendere" un mattone della nuova costruzione e, quindi reperire dei fondi) frutto dei sacrifici della parrocchia e di diversi benefattori che il card. Montini, nel discorso tenuto in quella occasione aveva puntualmente ringraziato e ai quali rivolgiamo nuovamente il nostro ringraziamento.
Ma, in quella inaugurazione l'Arcivescovo aveva anche ricordato a ragazzi e giovani che "la Chiesa ha così fiducia in voi che continua a seminare nel campo delle vostre anime i suoi tesori più preziosi e più belli senza dubitare che questi abbiano un giorno a fruttificare. Non crede che vadano perdute le sue parole, le sue esortazioni, i suoi sistemi , i suoi sacramenti e tutto quello che ha di prezioso e di più bello come può essere una casa come questa".
Quindi non soltanto un impegno e uno sforzo finanziario, ma un investimento che la comunità di Varese ha fatto sul futuro: su un luogo dove ragazzi e giovani potessero trovare non solo un ambiente accogliente ma una forte presenza educativa che, in collaborazione con la famiglia, li aiutasse a crescere e a diventare persone adulte.
Perché l'oratorio è proprio questo: un luogo dove si realizza un grande sforzo educativo da parte di sacerdoti e di laici che collaborano per aiutare le nuove generazioni a trovare un senso alla vita.
Oggi viviamo in una cultura che sembra non proporre più grandi ideali, cose per le quali vale la pena di impegnare la vita, di compiere scelte e sacrifici. Anzi, tutto viene svuotato, relativizzato, banalizzato, messo in crisi: sembra che una cosa valga l'altra, che una scelta o l'altra sia indifferente e, quindi, non si sa più perché e per che cosa vale la pena di vivere.
E allora, ridare un senso alla vita, aprirsi allo stile del vangelo che chiede di guardare non tanto a se stessi ma innanzitutto al bene comune, richiede, appunto, un grande sforzo educativo. Occorre educarsi ed educare a capire che uno stile di vita fondato su di sé, sul proprio egoismo, sulle proprie fantasie, sull'illusione di poter risolvere i problemi attraverso la forza e la violenza, alla fine conduce ad un vicolo cieco.
E uno dei luoghi educativi dove da tempo la comunità cristiana esprime il suo impegno educativo è proprio l'oratorio. Che non è solo il luogo dove si va per l'ora di catechismo - quasi un'appendice della scuola o di altre attività (la palestra, la piscina, la danza, la lezione di inglese, ecc.) - ma è il luogo dove si fa insieme una esperienza di vita ispirata ai valori cristiani.
Un compito che l'Oratorio della Basilica svolge ormai da tantissimi anni e dove hanno trovato sostegno ed aiuto tantissimi giovani e (ormai) meno giovani varesini. Di qui l'augurio che facciamo in questo cinquantesimo: "ad multos annos!".
mons. Gilberto Donnini