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Il Falò

Questo periodico, che uscirà in coincidenza con i momenti significativi dell'anno pastorale, e che prende il nome da un evento molto caro a tantissimi varesini, costituisce un primo, piccolo passo della neonata Comunità Pastorale "S. Antonio Abate" di Varese.
Vuole essere uno strumento di collegamento e di conoscenza reciproca ma vuole, nello stesso tempo, tentare di far conoscere la novità - ed anche la ricchezza - di queste nuove realtà che stanno sorgendo in tutta la Diocesi e, quindi, anche nel nostro territorio (nel decanato di Varese sono ormai già quattro quelle ufficialmente costituite).
La Comunità Pastorale è una novità rispetto alla suddivisione territoriale delle parrocchie, non nel senso che le azzera, che cancella la loro storia e la loro identità, ma nel senso che le mette sulla strada di un cammino comune e condiviso nel realizzare la missione di annuncio e di testimonianza della Chiesa: comune e condiviso perché non solo i preti, ma tutte le componenti del popolo cristiano (religiosi/e, diaconi, laici e laiche) possono farsi carico di un ruolo pastorale, di assumersi una responsabilità definita nell'ambito della Comunità Pastorale.
In questo quadro, scopriamo come il mettersi insieme per un cammino comune, secondo degli obiettivi ed un progetto preciso, utilizzando non solo i preti (che, tra l'altro, cominciano a scarseggiare) ma anche le risorse presenti nelle singole parrocchie non costituisce un impoverimento, ma una ricchezza.
Ne è un esempio, il programma quaresimale contenuto nelle pagine seguenti: guardando tutte le iniziative che verranno realizzate in Basilica, a Bosto o a Casbeno, ci si accorge che ciascuno ha a disposizione, nella Comunità, una molteplicità di momenti e di strumenti di riflessione, di celebrazione, di preghiera e di cultura che possono essere utilizzati da tutti, permettendo così, se si vuole, di vivere con maggiore profondità e consapevolezza questo importante periodo dell'anno.
Certo si richiede una maggiore disponibilità delle persone a muoversi, a non aspettare che le iniziative vengano organizzate fuori dell'uscio di casa, a dare una collaborazione a realizzarle, ma proprio questo dice in che senso la Comunità Pastorale sollecita la collaborazione delle persone e può diventare una ricchezza per tutti.
Sicuramente, si diceva, si tratta di una novità che richiede, quindi, di uscire da schemi ripetitivi e consolidati, che chiede di adottare modi diversi di partecipazione: è chiaro che tutto questo porta con sé una fatica - come ogni cosa nuova che ci troviamo ad affrontare - innanzitutto nei sacerdoti che non potranno (e neppure dovranno) fare più tutto, ma anche in ogni singolo fedele che viene sollecitato a trovare modi diversi per dare il proprio contributo alla vita della comunità. Ne abbiamo un esempio - sempre in questo fascicolo - in quelle famiglie che hanno dato la loro disponibilità per accompagnare altre famiglie che chiedono il Battesimo per i loro figli.