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Articolo 10/02/2013

ANCHE NOI SIAMO CON LORO


Nella prossima settimana, dal 14 al 16 febbraio, i Vescovi lombardi si recheranno a Roma per la visita "ad limina". È un appuntamento periodico, previsto dalle norme giuridiche della Chiesa, ma è anche un momento sostanziale: l'incontro dei vescovi e, attraverso di loro di tutte le chiese dell'Italia, con il Papa.
Vuole innanzitutto testimoniare quanto gli italiani vogliono bene al Papa e, in particolare, a Benedetto XVI che ha pian piano, silenziosamente, macinato molti record di afflusso dei pellegrini, secondo i dati diffusi dalla Prefettura apostolica. Gli italiani gli vogliono bene e si riconoscono spontaneamente nel Papa che, a sua volta, li ricambia, sia pure nelle forme sobrie ma convincenti che gli sono consuete.
Questo legame spontaneo, di popolo, è un legame profondo che va al di là dell'attualità della cronaca. E, certamente, va al di là delle vicende, che pure tradizionalmente in Italia sono molto vivaci, della politica, perché guarda alla sostanza e alla realtà della vita. Gli italiani - e, in questo l'unità d'Italia è indiscussa e indiscutibile, ancora prima dell'unificazione - guardano al Papa come ad un riferimento paterno, cioè sicuro, autorevole, comprensivo.
I vescovi vanno dal Papa con le loro comunità in un momento significativo della vita pastorale della Chiesa: sono ormai avviati da qualche anno gli Orientamenti pastorali per questo secondo decennio del secolo ("Educare alla vita buona del Vangelo") e si sta lavorando al prossimo convegno ecclesiale, il quinto dal 1976, che sarà sul tema della fede. Si tratta di riaffermare l'essenziale, finalizzandolo in concreto alla vita, e mostrando come la fede sia rilevante per la "vita buona" dei singoli e delle comunità.
La Chiesa esiste per annunciare il Vangelo che, presentando gli Orientamenti pastorali, il card. Bagnasco giustamente definiva "fermento di crescita e germe di felicità vera": gli Orientamenti pastorali, infatti, riprendono l'intuizione e il pressante appello del Papa a proposito dell'"emergenza educativa". La vita buona del Vangelo, che la Chiesa in Italia ha affermato al centro della sua azione pastorale allora diventa un aiuto per tutti a rimettere le cose in ordine, a vincere le tentazioni della frammentazione e dell'individualismo, come pure a rifiutare le seduzioni materialistiche, un materialismo che, ormai, è applicato anche alla vita e alla sessualità.
Certo, è un'Italia più povera quella che va dal Papa e i vescovi si sono fatti interpreti dei tanti problemi sociali che la crisi genera, della richiesta di lavoro, di giustizia, di solidarietà, ma è anche un'Italia che deve credere nella propria identità e nelle proprie risorse. Da purificare, certo, su cui lavorare, con coraggio e soprattutto con lungimiranza: un patrimonio cui il Papa ha più volte fatto riferimento, in un magistero sull'Italia già cospicuo e sempre stimolo di impegno e di speranza.

mons. Gilberto Donnini