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Articolo 12/08/2012
In mezzo ad un panorama di notizie tristi che inquinano anche il tempo di vacanza - che sempre meno persone possono permettersi - a chi possiamo affidare il nostro vivere quotidiano così precario e minacciato?
Possiamo affidarlo a colei che non si stanca di elevare preghiere per ognuno di noi, alla Madonna Assunta. Forse dire "Assunta" oggi si porta dietro un senso di disinteresse o di assurdità, se non evoca solo la pausa di Ferragosto.
Maria Assunta, invece, parla di una bellezza sua che può diventare nostra, bellezza che si incrocia con il nostro destino che passa per il suo destino di donna mortale ma, insieme, è preannuncio di una vita nuova e perenne.
Maria è creatura umana come noi, però l'unica in cui la redenzione abbia portato i frutti a maturazione totale tanto che, pur passata attraverso la terribile esperienza della morte - che ci attende tutti - è stata portata festosamente con il suo corpo e la anima, nel grembo della Trinità. Non è passata per la corruzione del corpo e per l'attesa che, solo successivamente, l'avrebbe ricongiunta al Risorto nella gloria. Il suo è stato un passaggio diretto, immediato, il Figlio non ha atteso la sua venuta finale e in lei ci ha fatto, quindi, dono di grande speranza, un anticipo che ci conforta sempre.
Dal cuore della Trinità, perché Maria Assunta è il cuore della Chiesa, ci attende e prega per il nostro destino, in attesa: lei resuscitata nel cuore della Chiesa, di noi resuscitati. Dove è lei saremo anche noi.
Come è avvenuto? Non lo sappiamo, dobbiamo solo fare, guardando a Cristo risorto, un gioioso atto di fede. La tradizione cristiana tramanda qualche allusione che rilegge in lei alcuni momenti degli avvenimenti evangelici: come lo Spirito Santo è disceso sugli apostoli nel giorno del Signore, così Cristo, scortato da una moltitudine di angeli, venne ad accogliere la madre. La Luce abbagliante, come sul monte Tabor, fece cadere tutti a terra e nella Luce, non vista, Maria passò da questa storia alla gloria. Luce che ci sarà vicina, ci prenderà per mano per guidarci nell'ultimo viaggio quando sarà giunto il momento di oltrepassare la soglia del tempo e della storia.
Il suo ruolo nella storia della salvezza è compiuto e glorioso; il suo destino finale riprende l'inizio, quando lei nacque, proprio come noi, da un uomo e da una donna, ma non ebbe bisogno delle due nascite, quella fisica e quella della grazia del Battesimo. Allora il nostro destino è destino di bellezza, da vivere certamente nell'incontro con la Croce con la consapevolezza della comunione con tutti i sofferenti, ma con lo sguardo a Maria che ci ha preceduti e nella gioia di chi può cantare con gli angeli.
Essere uomini e donne diventa destino di bellezza, già un saluto di gloria: quanto la Madonna ha vissuto con il suo corpo, noi possiamo viverlo ed allora ogni briciola di tempo, di dedizione, di lavoro, di rapporto fraterno, di dolore e di fatica, non cade nel vuoto e nel nulla, ma nelle sue mani sempre pronte a porgere al Figlio i desideri e le fatiche dei figli e ad intercedere.
mons. Gilberto Donnini