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Articolo 10/06/2012
Un messaggio rivolto anche alla società, ai diversi livelli di governo ed alla politica, un messaggio di speranza e responsabilità: questo è stato Family 2012 che ha parlato dentro e fuori la Chiesa con la forza e la delicatezza del linguaggio della famiglia. L'incontro mondiale tenuto a Milano ha inserito nei canali della comunicazione pensieri e parole che nascono e crescono in un tessuto di relazioni sincere e profonde, come è quello di molte famiglie e che, purtroppo, non c'è sempre nella società.
Al Family 2012, soprattutto grazie al Papa, ha preso maggior sostanza e visibilità il contributo che la Chiesa non si stanca di offrire per la costruzione di una società dal volto umano: in un tempo di incertezza e di presunzione, si è nuovamente levata una voce che invita la società, le istituzioni e la politica ad una seria assunzione di responsabilità.
La Chiesa torna a chiedere risposte non per se stessa e, nel medesimo tempo, si dichiara pronta a cercare e costruire con altri le soluzioni più efficaci e più capaci di rispondere alle esigenze della famiglia: attese, non a caso, molto vive nelle nuove generazioni.
Ci sarà una risposta dalla società, dai diversi livelli di governo e dalla politica, oppure ci si limiterà a ripetere che la famiglia fondata sul matrimonio è solo una "questione cattolica"? Si dirà che Family 2012 è stato un evento ecclesiale e tale deve restare, oppure si cercherà di cogliere quel ragionare e progettare che in esso si sono sviluppati e che possono riunire credenti e non credenti nell'impegno per il bene comune?
Prenderà consistenza e prospettiva quella laicità positiva che, se solo evocata, corre il rischio di ridursi a slogan, mentre è un esercizio culturale e politico che ha come fondamento l'onestà intellettuale e una grande visione di società e di futuro?
Oggi, su questo terreno, qualcosa va cambiando e il "cortile dei gentili" appare sempre meno un'immagine suggestiva e sempre più un metodo di confronto, e la famiglia non può che essere al centro del cortile. Lo auspica, lo incoraggia la Chiesa con un linguaggio che magari potrà non essere sempre di comprensione immediata, ma certamente indica che il suo desiderio più forte, in una società complessa, è quello di far nascere domande, suscitare pensieri, incoraggiare confronti, concretizzare e condividere scelte per il bene comune.
In particolare, intorno a quei valori che saranno anche "non negoziabili" ma, come è stato ripetuto più volte, non sono "non argomentabili": il dialogo tra fede e ragione deve essere continuamente alimentato.
Family 2012 ha lanciato anche questo messaggio nell'unire la festa al lavoro, la fragilità alla sofferenza, la crisi alla fiducia, la vita alla morte. Non resterà una voce nel deserto se i laici cattolici lo porteranno con competenza, passione e costanza nel dibattito culturale e politico, attraverso un coordinamento efficace di iniziative culturali, politiche, di comunicazione. Se sarà così, non potrà tardare la risposta della società, delle istituzioni e della politica.
mons. Gilberto Donnini