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Articolo 08/04/2012

LA DOMANDA DEL CENTURIONE


"Restarono solo le donne, in ginocchio, ai piedi della croce. Mi parve che una mano potente premesse sulla mia nuca, obbligandomi a chinare il capo e far rientrare la testa nelle spalle. Sentivo tutto il corpo tremare per la paura. Il terremoto scuoteva la terra, spaccava le rocce, apriva le voragini. Mi sorpresi a dire: 'E se quest'uomo fosse davvero il figlio di Dio?". Questo, di ritorno dal Golgota, il racconto del centurione Flavio nel libro "Jesus. L'homme qui état Dieu" dell'accademico di Francia Max Gallo, tradotto in italiano con il titolo "Era Dio" (edizioni S. Paolo).
Il soldato romano ha camminato senza soste nel tempo e oggi, nella Settimana Santa e nella Pasqua 2012, ripropone quella scena e, ancora di più, quella domanda. Ripropone soprattutto se stesso, la sua identità forte, l'armatura che lo proteggeva, lo rendeva sicuro ed esprimeva il potere e la cultura di Roma: anche l'uomo di oggi si mostra sicuro e si sente protetto da un'armatura, diversa da quella del centurione, ma non meno coriacea.
Lo stesso paesaggio descritto dal legionario richiama quelli del nostro tempo sconvolti non solo dall'ira della natura, ma dal male, dalle ingiustizie, dalle oppressioni che lacerano l'umanità: è soprattutto il cuore dell'uomo che viene scosso.
E poi le donne che restarono fino all'ultimo accanto alla sofferenza e alla morte dell'innocente, donne che oggi hanno la forza del pianto tra le mura domestiche e il grido nelle piazze dove la violenza e il sopruso calpestano e insanguinano dignità e diritti. Gridano stringendo i denti come il giorno in cui mettono al mondo una vita, una speranza, una libertà: avevano intuito, sotto quella croce, che la vita avrebbe vinto. Avevano la risposta alla domanda del centurione: "E se quest'uomo fosse davvero il figlio di Dio?
Molti secoli sono trascorsi da quel giorno sul Golgota, ma la domanda del centurione Flavio, la domanda di un non cristiano - "E se quest'uomo fosse davvero il figlio di Dio?" - è ancora viva, oppure si è spenta nel vociare del nostro tempo? L'interrogativo che ha scosso il legionario romano fino al punto di fargli abbandonare le armi e mettersi sulla strada di Emmaus rischia di spegnersi: come risuscitarlo oggi?
La Settimana Santa, la Pasqua, è l'occasione straordinaria per scuotere se stessi prima degli altri: i riti così carichi di memoria, di ascolto, di tenerezza e di gioia sono un'onda che non può contenersi dentro le mura della chiesa. Il terremoto che parte dalla croce sconvolge tutto.
La Settimana Santa e la Pasqua sono un'occasione unica: la Settimana Santa si è svolta attorno al crocifisso, lassù sul Golgota e quaggiù nelle case, sulle strade, nelle piazze. Un momento in cui tutti sono stati chiamati, con la loro fede vissuta e pensata a riaccendere nel cuore degli uomini di oggi la domanda del centurione: "E se quest'uomo fosse davvero il figlio di Dio?". La Pasqua, la resurrezione, oggi, ci risponde che lo è.

mons. Gilberto Donnini