edicola - articoli
Articolo 19/02/2012
Mercoledì scorso Benedetto XVI ha incontrato i seminaristi del Seminario Maggiore di Roma. Parlando a braccio e commentando la lettera di S. Paolo ai Romani, il Papa ha richiamato le parole dell'Apostolo sulla fede della Chiesa di Roma di cui si parla in tutto il mondo e, ricordando fatti recenti, ha detto: "Anche oggi si parla molto della Chiesa di Roma, di tante cose, speriamo che si parli anche della nostra fede, della fede esemplare della Chiesa di Roma".
"C'è - ha affermato - un non conformismo del cristiano", ma "questo non vuol dire che vogliamo fuggire dal mondo, che a noi non interessa il mondo; al contrario, vogliamo trasformare noi stessi e lasciarci trasformare, trasformando così il mondo. Dobbiamo tenere presente che, soprattutto nel Vangelo di Giovanni, la parola 'mondo' ha due significati: il mondo creato da Dio, amato da Dio fino al punto da dare suo Figlio. Il mondo è creatura di Dio, Dio lo ama e vuol dare se stesso affinché sia realmente creazione e risposta al suo amore".
Ma c'è anche un'altro concetto del mondo, quello che "sta nei poteri del male, che riflette il peccato originale". "Vediamo questo potere oggi - ha sottolineato - in due grandi realtà, che di per se stesse sono utili e buone, ma facilmente abusabili: il potere della finanza e il potere dei media. Ambedue necessari, perché possono essere utili, ma talmente abusabili che spesso diventano il contrario rispetto alle loro intenzioni vere". Infatti, "vediamo come il mondo della finanza possa dominare sull'uomo: l'avere e l'apparire dominano il mondo e lo schiavizzano. Il mondo della finanza non rappresenta più uno strumento per favorire il benessere, per favorire la vita dell'uomo, ma diventa un potere che lo opprime, che deve essere quasi adorato, la vera divinità falsa che domina il mondo". Di qui l'invito: "Contro il conformismo della sottomissione a questo potere, siamo non conformisti: non conta l'avere, ma l'essere! Non ci sottomettiamo a questo, usiamolo come mezzo, ma con la libertà dei figli di Dio".
C'è, poi, il potere dell'opinione pubblica. "Certamente - ha osservato il Papa - abbiamo bisogno di informazioni, di conoscenza della realtà del mondo, ma può essere poi un potere dell'apparenza: alla fine conta quanto è detto, più che la realtà stessa. Un'apparenza si sovrappone alla realtà, diventa più importante e l'uomo non segue più la verità del suo essere, ma vuole soprattutto apparire, essere conforme a queste realtà".
Anche qui "c'è il non conformismo cristiano: non vogliamo essere sempre conformati, lodati, vogliamo non l'apparenza, ma la verità e questo dà libertà e la libertà vera, cristiana, il liberarsi da questa necessità di piacere", di "parlare come la massa pensa che dovrebbe essere e avere la libertà della verità e così ricreare un mondo che non sia oppresso dall'opinione, dall'apparenza che non lascia più apparire la realtà stessa", quasi che il mondo virtuale "fosse più vero, più forte" del reale.
Se "non si vede più il mondo reale della creazione di Dio", occorre reagire: "Il non conformismo del cristiano ci redime, ci restituisce alla verità. E preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere uomini liberi in questo non conformismo che non è contro il mondo, ma è il vero amore del mondo".
mons. Gilberto Donnini