edicola - articoli

Articolo 20/03/2011

ALL'OMBRA DELLA CROCE


La nostra città ha vissuto in questi giorni un fine settimana indimenticabile che fa da preludio ad un altro avvenimento importante: domani, infatti, sarà presente a Varese il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Ma andiamo con ordine: giovedì, giorno festivo, perché, come tutti sanno, si ricordava il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, oltre le tante celebrazioni civili alle quali pensiamo molti abbiano partecipato, era prevista anche la celebrazione di una S. Messa in Basilica. Una celebrazione, occorre dirlo, veramente commovente sotto molti aspetti: non solo perchè si è pregato per tanti che, per l'unificazione dell'Italia hanno dato la vita, ma anche per la presenza massiccia delle autorità cittadine che hanno mostrato così l'unità che dovrebbe esserci sempre di fronte a momenti e circostanze che stanno alla base della convivenza civile.
Ma commovente anche per il silenzio ed il raccoglimento, che si potevano percepire fisicamente nella Basilica piena, con molta gente in piedi evidentemente consapevole di stare vivendo un momento significativo per tutti e che di questo voleva render grazie innanzitutto al Signore.
Ma a questo momento bello ne è seguito subito un altro: quella stessa sera è arrivata nella nostra città la croce di S. Carlo in vista della Via Crucis con la presenza dell'Arcivescovo del giorno seguente. Come è stato benissimo spiegato ai presenti da mons. Franco Buzzi, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, questa croce ha un particolare valore, non soltanto materiale per la sua antichità, ma per i significati di cui è rivestita. Si tratta, infatti, della croce che S. Carlo ha portato in processione per le vie di Milano durante una pestilenza che stava decimando gli abitanti della città per chiedere, con questo gesto di penitenza, la misericordia del Signore.
Segno che, nei momenti difficili e di crisi, occorre certo l'impegno di ciascuno, e che la speranza di poter superare le difficoltà non risiede soltanto nelle nostre tecniche e risorse, ma che dobbiamo essere sorretti ed aiutati dalla grazia di Dio.
Inoltre, questa croce porta incastonata nella sua struttura una reliquia insigne, il Santo Chiodo (che, secondo la tradizione, ha confitto Gesù alla croce) già descritta da S. Ambrogio, conservata nel punto più alto dell'abside del Duomo di Milano e quest'anno esposta alla venerazione dei fedeli e portata in processione in tutte le zone pastorali della diocesi.
Come è avvenuto a Varese la sera dell'altro ieri: una grande folla di persone proveniente da tutte le parrocchie della Zona ha accompagnato l'Arcivescovo dalla Basilica fino ai giardini del Palazzo Estense con riflessioni canti e preghiere. Lo ha accompagnato, anche in questo caso, con particolare commozione non solo perché soltanto lunedì scorso il card. Tettamanzi ha compiuto 77 anni, ma anche per la riconoscenza che tutti sentono nel cuore per aver offerto a tutti questi momenti intensi di preghiera, per il suo modo semplice e paterno di essere vicino alla gente e per la guida offerta in questi ultimi anni. Abbiamo pregato il Signore perché lo ricompensi per i tanti doni che ha profuso su di noi come maestro e pastore della diocesi milanese e tutti insieme gli diciamo il nostro grazie.

mons. Gilberto Donnini