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Articolo 06/03/2011
"È necessario far comprendere che è in atto una decisiva scommessa che vede protagoniste due culture, quella della vita e quella della morte, culture che rivendicano entrambe per sé la vita. La nota espressione - cultura della vita e cultura della morte - non è una forma letteraria usata dal Magistero per la sua forza suggestiva, ma descrive lucidamente la realtà che viviamo: si tratta del futuro dell'uomo". Così il card. Bagnasco, arcivescovo di Genova e Presidente della CEI, il 24 febbraio scorso a Roma in occasione della visita alla Pontificia Università Salesiana.
Nel suo discorso dal titolo "Educare alla vita buona del vangelo: il contributo delle Università", il cardinale ha approfondito il concetto di "emergenza educativa", indicata dal Papa come uno dei principali impegni della Chiesa.
"Tra le diverse ragioni, quella di fondo la ritroviamo nelle parole del Papa quando avverte che un'anima dell'educazione, come dell'intera vita, può essere solo una speranza affidabile. Oggi la nostra speranza è insidiata da molte parti e rischiamo di diventare anche noi, come gli antichi pagani, uomini senza speranza e senza Dio". La mancanza di speranza, secondo il cardinale, è come "una gramigna che avvelena la vita e la oscura nel suo futuro".
Proseguendo poi nella riflessione sulla crisi di fiducia nella vita, il cardinale ha riflettuto sulla condizione giovanile. "in questa terra, ferita da uno spaesamento che genera paura e angoscia, ha buon gioco quella fragilità di fondo che sembra segnare il tessuto interiore del mondo giovanile - ha affermato - una fragilità che, non superata da punti fermi veri di tipo ideale ed etico, viene ad essere luogo di scorribande emotive e sempre più veloci per la legge della sensibilità". "Su questa esposizione senza difese, si concentra il fuoco incrociato degli interessi più diversi, economici-commerciali e ideologici: il risultato interiore è una emotività che, rispetto a tempi passati, è molto più sollecitata e incontrollata, a cui corrisponde uno spazio di riflessione molto più modesto". Come conseguenza, ha poi affermato, "è comprensibile allora che questo fiume in piena senza argini protettivi, possa sfociare più o meno nello stordimento, nel disinteresse generico, nella eccedenza, nel cinismo".
"La ricerca della verità chiede verità: Ma oggi questa è oscurata: da che cosa?": così, in conclusione, il card. Bagnasco ha posto la questione, riferita in particolare all'educazione dei giovani. "Intendo indicare - ha detto - l'oscuramento che viene dalla banalità e dalla volgarità imperante. La banalità, il vuoto dell'anima e della vita, è figlia della cultura dell'utile. La volgarità e la violenza ne sono le figlie".
Estendendo la riflessione in campo sociale, ha aggiunto che "quando una società si avvia verso la negazione e la soppressione della vita, finisce per non trovare più le motivazioni e le energie necessarie per adoperarsi a servizio del vero bene dell'uomo. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l'accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono".
mons. Gilberto Donnini