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Articolo 16/01/2011

UNA FESTA SPECIALE


La festa di S. Antonio Abate assume, quest'anno, un carattere tutto speciale: questa sera alle 17,30 nella Basilica di S. Vittore prende ufficialmente il via con una celebrazione che vede coinvolte le tre parrocchie interessate (Basilica, Bosto e Casbeno), la Comunità Pastorale intitolata a questo Santo così caro per tutti i varesini.
Nell'ambito del cammino pastorale della nostra Diocesi, infatti, è un fatto assolutamente nuovo che alcune comunità parrocchiali vicine per motivi geografici, o perché hanno riferimenti comuni sul territorio, o perché da tempo collaborano in qualche settore della loro attività, si mettono insieme per un programma ed un lavoro comune, "un cammino condiviso e coordinato di autentica comunione, attraverso la realizzazione di un concreto, preciso e forte progetto pastorale missionario" come ha detto l'Arcivescovo a tutti i sacerdoti della diocesi durante la S. Messa crismale in Duomo il Giovedì Santo del 2006.
Un progetto comune, quindi, è ciò che contraddistingue questa nuova iniziativa - e anche quelle che l'hanno preceduta nel nostro decanato come la Comunità di S. Eusebio (Barasso, Casciago, Luvinate, Morosolo) o quella del Beato Carlo Gnocchi (Bustecche, Giubiano, Lazzaretto, S. Carlo) e quelle che seguiranno come la Comunità dedicata a Maria Madre Immacolata (Avigno, Bobbiate, Calcinate, Lissago, Masnago, Velate) - un progetto che "riguardi l'annuncio della Parola - precisava ancora il card. Tettamanzi - la liturgia e la vita di preghiera, il servizio caritativo e la cura di contesti specifici quali, ad esempio, la pastorale giovanile, la pastorale familiare, la pastorale dei malati e l'animazione della vita cristiana nei diversi ambiti della vita culturale e sociale".
In una parola: un cammino insieme per animare alla luce della parola di Cristo tutte le situazioni della realtà umana individuando per ciascun ambito il sacerdote, i religiosi ed i laici che si impegnino ad accompagnarle.
Chiaramente tutto questo richiede una stretta collaborazione tra tutti coloro che, già prima o in futuro, nell'ambito delle singole parrocchie si impegnavano o si impegneranno generosamente in una testimonianza missionaria che non è caratteristica soltanto del prete, ma che riguarda ogni battezzato il quale è chiamato a dare il suo personale contributo.
Da questo punto di vista, quindi, non si tratta di un impoverimento, ma di un arricchimento, elaborando un progetto il quale mette in comune risorse che magari una parrocchia non ha ma che sono possedute da un'altra che appartiene alla stessa comunità pastorale.
D'altra parte, questo non significa cancellare le singole parrocchie che invece "continueranno - afferma il decreto di costituzione della Comunità che viene letto oggi pomeriggio - ad essere il luogo ordinario della vita liturgica e sacramentale dei fedeli mentre alcuni ambiti saranno particolarmente articolati tra dimensione parrocchiale e Comunità pastorale, in modo che siano valorizzate le specificità delle singole comunità parrocchiali e non manchi a livello locale quell'attenzione a tutti che è tra i compiti specifici della comunità cristiana".
Chiediamo che i Santi Vittore e Michele e S. Antonio Abate di cui celebriamo la festa ci aiutino e ci sostengano.

mons. Gilberto Donnini