edicola - articoli

Articolo 01/08/2010

I CASTELLI DI SABBIA


Estate, tempo di vacanze, un tempo privilegiato, libero da orari e da impegni di lavoro, un tempo che apre al gioco, rilassa con il riposo e, forse, riporta indietro la memoria ai tempi di quando eravamo bambini.
Le vacanze al mare, la spiaggia con la sabbia che a un certo punto si confonde con l'acqua e faceva di noi bambini dei grandi costruttori di castelli imponenti con torri, fossati di difesa, mura forse non fatte col filo a piombo, ma resistenti.
Si imparava che ogni giorno bisognava tornare a costruire perché la costruzione non resisteva al sopraggiungere dell'alta marea che, a poco a poco se la portava via, ma che era sufficiente anche soltanto il calore del sole per provocare crepe profonde e far crollare tutto l'edificio. Si imparava la fatica del lavoro di ogni giorno, della ripresa, della continuità senza prendersela troppo di dover ripetere continuamente l'impresa anzi godendo molto quando era di nuovo finita.
E quando si arrivava presto in spiaggia e non c'era ancora molta gente si sperimentava un grande silenzio dove le voci si sentivano lontane e c'era solo il soffio del vento e lo sciabordio delle onde.
Magari, in quel momento, veniva in mente il racconto della Bibbia dove si racconta che il Creatore aveva impastato l'uomo con la sabbia e con il fango. Ma era una figura priva di vita: solo il soffio del Creatore, richiamato dal vento, aveva infuso in quella costruzione di terra lo Spirito, aveva fatto di quella statua di fango una creatura vivente. È in questo momento, in questa pausa di silenzio, che lo Spirito, inavvertito ai nostri sensi ma così potente, dona la vita.
Ma ci sono anche altri momenti: il silenzio di fronte all'imponenza delle montagne mentre si sale per un sentiero, rotto - anche qui - soltanto dallo spirare del vento che richiama quell'altro soffio che dà la vita e invita ad andare oltre quel momento, ad aprirci verso orizzonti più ampi e più profondi. Questi silenzi, possibili solo nei momenti di pausa e di tranquillità fuori di ogni agitazione e confusione, dicono che c'è qualcosa di più oltre il momento presente, oltre i nostri castelli di sabbia che vanno continuamente rifatti.
C'è la ricchezza del mistero di Dio che dà sostanza, stabilità, fondamento alla nostra vita che fa superare la precarietà dei castelli di sabbia che ci costruiamo noi. Viene alla mente quel bellissimo particolare dell'affresco della Creazione, opera di Michelangelo, nella Cappella Sistina a Roma: le due mani che quasi si toccano: quella languida, ancora torpida di Adamo e quella piena di forza di Dio che fa scoccare tra lui ed Adamo la scintilla della vita.
Un castello di sabbia, uno scenario di montagne alte e meravigliose, ma soprattutto un attimo di silenzio: sono le cose che ci vengono offerte anche quest'anno dal tempo di vacanza che diventa così l'occasione per rimandarci alle realtà più profonde, all'origine della vita.

mons. Gilberto Donnini