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Articolo 18/07/2010

UN TESTIMONE DEL NOSTRO TEMPO


Il 13 luglio è morto, a soli 58 anni, Giuseppe De Carli un nome ed un volto - credo - molto noti perché è stato il vaticanista di RAI 1 che ha seguito il Papa Giovanni Paolo II, realizzando con lui quasi 400 dirette, e a cui, tra l'altro, si deve nel 2008 l'iniziativa "La Bibbia giorno e notte", la più lunga diretta della storia mondiale con 139 ore di trasmissione dedicata alla lettura della Bibbia inaugurata dallo stesso Papa. Un personaggio noto anche a Varese, oltre che attraverso gli schermi televisivi, anche per la sua presenza durante la Missione cittadina.
Scrivo queste righe perché ho avuto il privilegio di conoscerlo personalmente: infatti aveva iniziato la sua attività giornalistica scrivendo per "Il Cittadino" di Lodi (era originario di quella città) quando era ancora un settimanale cattolico diventato, poi, quotidiano quando Lodi è diventata capoluogo di provincia.
Ricordo di averlo incontrato spesso anche perché i settimanali cattolici della Lombardia organizzavano incontri abbastanza frequenti (quando c'erano) di direttori e redattori. Ma poi ho avuto modo di incontrarlo quando aveva cominciato a lavorare alla RAI perché seguiva i convegni nazionali della Federazione Italiana Settimanali Cattolici e sono rimasto colpito dalla sua professionalità: ripeteva magari due o tre volte un'intervista finchè non riusciva a tirarti fuori la parola giusta, la frase più significativa ed incisiva.
Poi il suo lavoro seguendo il Papa a Roma e nei suoi viaggi in tutto il mondo: un lavoro, lo diceva lui stesso, che non gli aveva insegnato nessuno ma nel quale gli erano venuti molto utili i suoi studi di filosofia e di teologia. Perché raccontava cose che conosceva, che aveva approfondito, sapeva di cosa parlava; presentava discorsi ed interventi dei quali - proprio grazie a questa sua professionalità - era in grado di cogliere tutta la portata, al contrario di tante valutazioni superficiali (se non addirittura distorte) che tante volte ci capita di leggere o di ascoltare.
Da questo punto di vista, la sua morte costituisce una perdita per il sistema dell'informazione in genere e per quella religiosa in particolare. Credo che, con i suoi servizi, sia stato un testimone importante e credibile del nostro tempo.
Aveva anche altri progetti come chi sa, giustamente, che non ci si può mai accontentare di quel che si è fatto: aveva affrontato da poco la sfida di internet e dal 2 aprile c'era stata una valorizzazione del suo spazio web di Rai Vaticano con la nascita di un nuovo sito di cui era responsabile con lo scopo di diventare il punto di riferimento dell'informazione religiosa prodotta dalle testate, dalle reti tv e dalla radiofonia Rai. Ma aveva in mente (lo leggiamo su "Il Cittadino" del 14 luglio) un progetto più grande, un portale internet della Rai dedicato all'informazione religiosa. Un progetto di cui ora ha passato ad altri il testimone.

mons. Gilberto Donnini