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Articolo 13/06/2010
Si è concluso l'altro ieri a Roma con una grande celebrazione l'Anno Sacerdotale fermamente voluto dal Papa Benedetto XVI. Un anno nel corso del quale la figura del sacerdote è stata al centro dell'attenzione e non sempre - dobbiamo dirlo - in maniera positiva: in questi mesi si è assistito, nei mezzi di comunicazione sociale, ad un martellamento sul tema della pedofilia che (almeno così è apparso) sembrava riguardasse un gran numero di preti di diverse nazioni con "inchieste" impressionanti e grande dispiegamento di mezzi e di energie.
Non si vuol dire con questo che non sono esistiti preti coinvolti in situazioni di questo genere: lo stesso Benedetto XVI lo ha riconosciuto ed ha espresso una severa condanna, insieme con un forte impegno a combattere questa degenerazione del ministero sacerdotale. Perché, è vero, lo "sfruttamento" sessuale di minori, incapaci quindi di difendersi adeguatamente, rappresenta un fenomeno particolarmente odioso. Se mai stupisce un po' che altrettanto impegno non venga messo, ad esempio, nel denunciare e nel combattere lo sfruttamento di minori legato al cosiddetto "turismo sessuale" che prevede viaggi "tutto compreso" e che coinvolge una massa notevole di persone (anche in Italia), spesso insospettabili, magari con famiglia, che si concedono qualche "trasgressione" con bambini e bambine di paesi magari già funestati da gravissime sciagure (terremoti, tsunami, ecc).
Però tutto questo dice che occorre pregare per i sacerdoti, perché hanno bisogno del conforto e del sostegno anche della Chiesa e dei fedeli per superare quelle debolezze e fragilità dalle quali non sono esenti.
Tuttavia l'Anno Sacerdotale si conclude con un'altra drammatica notizia: l'assassinio, a Iskenderun in Turchia, dove risiedeva, del Vescovo mons. Luigi Padovese, i cui funerali si svolgeranno domani alle 10,30 nel Duomo di Milano. Vogliamo ricordare questa figura perché i sacerdoti del decanato di Varese hanno conosciuto mons. Padovese per aver predicato i ritiri di Avvento e di Quaresima di quest'anno sacerdotale, rivelando la sua cordialità e umanità, il suo desiderio di dialogo e di incontro sincero anche con appartenenti a religioni diverse.
Mons. Padovese, cappuccino compagno di studi di Padre Tommaso e di Padre Gianni del Convento di viale Borri, ha presentato in questi incontri il suo impegno e la sua testimonianza: una testimonianza che partiva dall'attenzione sincera alle persone che incontrava, venendo anche incontro alle loro necessità. E forse, vien fatto di pensare, proprio perché questa testimonianza si è rivelata troppo incisiva, qualcuno può aver pensato che si trattava un personaggio scomodo, agendo di conseguenza.
Crediamo, però, importante sottolineare, proprio alla luce di questa testimonianza, che ci sono magari preti pedofili, però esistono anche preti capaci di dare la loro testimonianza fino alle estreme conseguenze. In una intervista a Radio Missione Francescana, rilasciata all'indimenticabile Carlo Chiodi e pubblicata in un libro uscito nei giorni scorsi dal titolo "Cappuccini e Brioches", mons. Padovese concludeva così: "Certo sarebbe auspicabile che ci fosse una situazione di maggiore tranquillità e di maggiore sicurezza, ma ho ancora desiderio di rimanere qui (in Turchia), fino a quando Dio mi lascerà in vita". Il Signore lo ha esaudito.
mons. Gilberto Donnini