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Articolo 22/11/2009
Questione morale, immigrazione, rapporto Nord-Sud e precarietà del lavoro: queste, secondo l'Azione Cattolica Italiana, sono le quattro grandi sfide che caratterizzano attualmente il dibattito politico e il confronto sociale in Italia. Lo si può leggere nella nota della Presidenza nazionale (L'"AC e le sfide del paese") pubblicata il 10 settembre scorso, ma che conserva ancora oggi la sua attualità. La nota si apre con l'esortazione di Benedetto XVI (il 6 settembre a Viterbo) ai laici, ai giovani, alle famiglie: "Non abbiate paura a vivere e a testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici istituzioni dell'esistenza umana!". Per questo, si legge nella nota, l'AC "ritiene di dover porre in primo piano una serie di questioni che hanno caratterizzato la ripresa della vita politica e sociale del paese, da prendere in seria considerazione perché assumono un rilievo etico che investe i fondamenti della vita civile".
"Si è riaperto quest'estate" e "non senza ampi tentativi di strumentalizzazione, il dibattito" sulla cosiddetta "questione morale", ma al "confronto che avrebbe fatto bene all'Italia" si è preferita "una pericolosa e paralizzante caduta nel gossip" e si è avuta la sensazione che "il bipolarismo politico sia divenuto anche un insano bipolarismo giornalistico, con un inevitabile danno al diritto all'informazione dei cittadini", osserva la presidenza di AC. "Nella battaglia tra quotidiani - prosegue la nota - sono stati sferrati colpi bassissimi, come quello ad Avvenire e alla sua direzione. Non possiamo che stigmatizzare un clima culturale in cui si è amici o nemici", ci si adopera "per zittire le voci critiche" e "il confronto degenera impedendo di percepire la reale condizione del paese".
"L'immigrazione non può essere ridotta ad una questione di ordine pubblico" avverte inoltre la nota. Ricordando il richiamo del card. Bagnasco al "valore incomprimibile di ogni vita umana, la sua dignità, i suoi diritti inalienabili", l'AC si sofferma sul dramma delle "diverse decine di stranieri" che quest'estate hanno trovato la morte in mare e "sono stati al centro di inaccettabili rimbalzi di responsabilità tra stati". "Ci sembra doveroso ribadire - scrive la presidenza nazionale - che l'immigrazione non può essere ridotta ad una questione di ordine pubblico, e che proprio le comunità ecclesiali e l'associazionismo possono fornire quell'humus di accoglienza, dialogo e legalità in grado di incidere in profondità".
Con riferimento ai tentativi di creare fratture nel rapporto tra Nord e Sud, l'AC ribadisce: " Non possiamo permetterci rancori tra territori", e sottolinea la necessità che la politica assuma "il compito urgente di ricomporre la frattura socio-economica in un quadro di politiche ordinarie, nazionali ed europee, e non straordinarie e localizzate". Soffermandosi, infine, sulla crisi economica e sulla precarietà del lavoro, la nota osserva: "Se il riassetto finanziario" lascerà sul campo "centinaia o migliaia di lavoratori, oltre a quelli già precari e in cassa integrazione, non possiamo ritenerci appagati e vittoriosi". "Una saggia politica persegue l'obiettivo di uno sviluppo personale, integrale e planetario" conclude l'associazione, facendo sue le parole di Paolo VI nella enciclica Populorum progressio.
mons. Gilberto Donnini