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Articolo 30/08/2009

RIPRESA


Come sempre, in questi tempi che segnano il termine delle vacanze, si parla di "ripresa". Ripresa, certamente, delle attività normali, della scuola, del ritmo ordinario della vita dopo il riposo e la pausa del periodo di ferie.
Ma quest'anno la parola "ripresa" crediamo abbia anche un altro significato che tutti auspichiamo. Ci si augura che l'autunno segni un primo passo verso l'uscita dalla crisi economico-finanziaria che ha pesantemente condizionato non solo la vita della nostra città e dell'Italia, ma quella del mondo intero. È vero, si sente parlare di qualche segnale che attesterebbe l'uscita dal periodo più buio e più difficile, qualcosa che invita alla fiducia e all'ottimismo.
Ma sarà proprio vero? Questa è la domanda che molte persone e molte famiglie si stanno ponendo con preoccupazione in questo momento. La ripresa delle attività, significherà anche una ripresa del lavoro e dell'economia che segni una progressiva uscita dalla recessione e indirizzi di nuovo verso lo sviluppo?
È una cosa che tutti desideriamo, ma non deve farci perdere di vista anche il fatto che ancora molti sono in difficoltà. Alla fine del mese di luglio è stato fatto un punto della situazione per quanto riguarda le domande per accedere al "Fondo Famiglia Lavoro" istituito dall'Arcivescovo nello scorso Natale. Nel solo decanato di Varese sono state presentate, da famiglie in difficoltà per la mancanza di lavoro, 65 domande di sussidio. 45 di queste domande, inviate alla commissione centrale della diocesi a Milano, sono state evase: 31 sono state accolte, 2 sospese e 12 respinte per motivi vari. Sono stati erogati, nel decanato di Varese complessivamente circa € 745.000 con contributi significativi alle famiglie che vanno da € 400 per 4 mesi a € 1000 per 4 mesi (praticamente uno stipendio).
Perché citiamo questi dati? Intanto per far conoscere lo sforzo sostenuto dalla comunità cristiana che è venuta incontro - su sollecitazione dell'Arcivescovo - a bisogni gravi e reali delle famiglie, ma anche per dire che i problemi esistono per un numero non piccolo di persone.
In secondo luogo, il punto interrogativo contenuto nel titolo rispecchia anche l'ansia ed il timore di chi si chiede cosa accadrà nel prossimo autunno quando verrà a cessare la cassa integrazione ordinaria di cui stanno usufruendo anche molti lavoratori della nostra città e della nostra provincia: queste fabbriche riapriranno oppure chiuderanno definitivamente i battenti? Perché, se fosse così, ci troveremmo di fronte a disoccupati in un contesto in cui le possibilità di lavoro sarebbero ancor più limitate.
Un'ultima nota. L'entità delle somme erogate in breve spazio di tempo (non conosciamo quelle complessive della diocesi ma quelle del nostro decanato sembrano già molto significative) dice che le risorse a disposizione del "Fondo Famiglia Lavoro" - che pure ammontavano a circa 4 milioni e mezzo - non dureranno molto e, comunque, si esauriranno ben prima del termine previsto per il fondo nel 2010. E questo, probabilmente, richiede a tutti uno sforzo straordinario e supplementare che aiuti a superare il periodo dell'emergenza.

mons. Gilberto Donnini