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Articolo 16/08/2009
Ferragosto è considerato da sempre il punto centrale del periodo di vacanza: anche se, magari, per motivi economici (la crisi serpeggia anche nelle nostre tasche) il tempo dedicato al riposo e allo svago in un luogo diverso da quello solito di residenza si abbrevia, tuttavia nelle due settimane centrali del mese di agosto si nota ad occhio nudo un movimento minore di traffico e di presenze nella città.
Quest'anno, però, il periodo sereno, di pausa nello stress della vita convulsa, è stato funestato da una serie impressionante di tragedie, di lutti, di incidenti che hanno segnato anche la nostra comunità: ricordiamo, ad esempio, la morte di Andrea, Luca e Paolo che ha profondamente colpito alcune nostre famiglie e la comunità dell'oratorio. Ricordiamo la famiglia sterminata a Gornate Olona. Ma anche tantissimi incidenti sulle nostre montagne (l'ultima solo qualche giorno fa a Monteviasco) o nei nostri laghi (come quello di Ghirla).
Il tutto in aggiunta ad una lista impressionante di eventi luttuosi che ha segnato praticamente ognuno di questi giorni vicini al Ferragosto: se la memoria non mi tradisce, non ricordo tanti avvenimenti tragici concentrati in questo periodo. Sarà perché i mezzi di informazione hanno concentrato qui la loro attenzione, ma ciò non toglie che giorni tradizionalmente dedicati alla distensione, siano invece funestati da notizie che ricordano la presenza continua della morte.
Sarà una riflessione un po' "fuori moda", ma - forse vale la pena di non dimenticarlo - questi avvenimenti ci ricordano che purtroppo la morte non va in ferie, non guarda in faccia a nessuno, che la vita non è assicurata a nessuno neanche per quelle caratteristiche che sembrerebbero garantirla di più: la salute, l'efficienza, la ricchezza, la forza, la giovinezza.
La vita è un dono grande che ci è stato fatto, ma la custodiamo dentro recipienti molto fragili, che richiedono attenzioni e cautele e che, purtroppo, possono rompersi facilmente e in modo imprevedibile. Quando nel Vangelo il Signore invita - anzi raccomanda - di essere sempre pronti, in fondo non fa che rendere evidente una verità, che forse, tante volte, facciamo fatica a ricordare.
Ma a Ferragosto celebriamo anche la festa della Madonna Assunta. Una festa che apre alla speranza: in un mondo, di gente delusa, frastornata, tentata troppe volte di lasciarsi cadere le braccia oppure che pare mettere tutta la sua fiducia soltanto nei numeri dell'Enalotto, Maria presente presso Dio anche con il suo corpo invita a sperare in qualcosa che va al di là di obiettivi precari ed illusori, in una vita di comunione con Dio per noi e per tutti.
Maria invita ad essere come lei e come tanti uomini e donne che, con le loro preghiere, l'offerta delle loro sofferenze, con gesti semplici di solidarietà e di servizio, continuano, in tutti gli angoli della terra a sperare, anche là dove sembra che non ci sia nessuna speranza.
mons. Gilberto Donnini