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Articolo 14/06/2009
È in distribuzione nelle librerie un volumetto intitolato "Lettera ai cercatori di Dio". Una iniziativa della Commissione della Conferenza Episcopale Italiana per la dottrina della fede, presieduta dal teologo Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto.
Una pubblicazione che intende rispondere a coloro che sono in ricerca. Qualche giorno fa, un quotidiano nazionale poneva su due pagine dedicate alla cultura la domanda: Dio, ma ci sei o no? Mistero della fede. Certezze, confessioni, dubbi. Così si ripropongono gli interrogativi di sempre". E, nell'articolo, si dava un resoconto di libri che trattano di questioni religiose. E, in verità, si deve dire che, forse anche per merito dei critici e dei negazionisti della fede, c'è un aumento di pubblicazioni su temi religiosi che indica una crescita di interesse.
La Chiesa, spesso accusata di occuparsi solo di bioetica o di sociologia e politica, in realtà è una comunità di credenti ed ha come scopo principale quello di vivere la fede e di trasmetterla ad altri. Dio è l'orizzonte della vita della Chiesa, e da questo orizzonte non può escludere la persona umana che è il destinatario della luce di Dio. Qualcuno, dopo la prolusione del card. Bagnasco all'ultima Assemblea della CEI, diceva di aver l'impressione che il cardinale avesse preso il posto di Epifani (segretario della Cgil) perché ha difeso i disoccupati e le famiglie povere. Ma è proprio per questa fede che non si possono chiudere gli occhi. Il credente, infatti - ha scritto Simone Weil - è come chi camminando nella notte accende una torcia: non si mette a fissare la torcia, ma la strada e gli oggetti che essa illumina. La fede cambia la vita perché vi immette una luce nuova dall'alto.
Il Vangelo afferma che chi non crede è nelle tenebre: per questo si dice che i credenti sono missionari, lasciando però tutti liberi di accogliere o meno la loro testimonianza. Ed i credenti che hanno scritto la lettera non intendono imporre nulla, solo mettersi a fianco dei "cercatori" per dare una mano, per presentare una "grammatica della fede", quei percorsi che aiutano. Un universitario, durante un incontro con altri giovani, ha rivelato che si trovava in un tale stato di confusione mentale in campo religioso ed etico, da non riuscire più a combinare nulla, finchè non ha trovato un gruppo di credenti che lo hanno aiutato ad entrare nella logica della fede e si è sentito rinascere. Oggi è una persona nuova che riesce anche…a fare esami.
Non sono miracoli, sono le risposte alla domanda fondamentale di uomini e donne che comunque si portano dentro un desiderio, una nostalgia di Dio. Ne è un segno l'esistenza di tante grandi religioni che si possono descrivere come grandi pellegrinaggi verso l'Assoluto. Nella società multiculturale in cui ci troviamo, anche se le fede non sono tutte uguali, per cui una vale l'altra, può considerarsi uguale - o almeno simile - la sincerità e la "buona fede" di coloro che cercano Dio e lo onorano con cuore sincero senza secondi fini. Le religioni possono ammalarsi o deviare ed i loro membri talvolta dare scandalo, ma nonostante tutto nessuno dei veri cercatori di Dio rimarrà deluso.
mons. Gilberto Donnini