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Articolo 22/06/2008
Il prossimo 28 giugno avrà avvio ufficiale l'Anno Paolino, uno speciale periodo, indetto da Benedetto XVI il 28 giugno dell'anno scorso in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo, per ricordare il secondo millennio della nascita di S. Paolo - l'"Apostolo delle genti" - collocata dagli storici tra il 7 e il 10 d. C.
Nella celebrazione dell'anno scorso a Roma, nella basilica di S. Paolo fuori le Mura, Benedetto XVI ha detto, tra l'altro: "Come agli inizi, anche oggi Cristo ha bisogno di apostoli pronti a sacrificare se stessi. Ha bisogno di testimoni e martiri come S. Paolo, un tempo persecutore violento dei cristiani, quando sulla via di Damasco abbagliato dalla luce divina, passò senza esitazione dalla parte del Crocifisso e lo seguì senza ripensamenti. Visse e lavorò per Cristo, per lui soffrì e morì". Un esempio ancora attuale e, proprio per questo, gli viene particolarmente dedicato l'anno che va dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009.
"Questo Anno Paolino - ha proseguito il Papa - potrà svolgersi in modo privilegiato a Roma, dove da venti secoli si conserva, sotto l'altare della Basilica di S. Paolo, il sarcofago che secondo una incontrastata tradizione conserva i resti dell'Apostolo. Presso la Basilica e presso l'attigua omonima Abbazia benedettina potranno, quindi, avere luogo una serie di eventi liturgici, culturali ed ecumenici, come pure varie iniziative pastorali e sociali, tutte ispirate alla spiritualità paolina".
Dal discorso di indizione dell'Anno Paolino, emerge anche, da parte del Papa, la richiesta di alcune particolari attenzioni: innanzitutto ai pellegrinaggi, non solo alla tomba dell'Apostolo a Roma, ma anche nei luoghi resi significativi dal suo ministero. In questa prospettiva si colloca anche il decanato di Varese che ha in programma, nel messe di ottobre, un pellegrinaggio in Siria, il luogo dove è avvenuta la conversione di S. Paolo: il programma prevede, infatti, la visita delle vie percorse da Paolo a Damasco, la sosta (con eventuale celebrazione) in quella che la tradizione ritiene sia la casa di Anania, il discepolo di Gesù che ha accolto Paolo e lo ha battezzato, e il luogo lungo le antiche mura della città dove egli è stato calato in una cesta per sfuggire alla cattura da parte dei suoi avversari.
Il Papa auspica anche convegni di studio sulla vita e sulla dottrina di Paolo e, magari, qualche speciale pubblicazione sui testi paolini "per far conoscere sempre meglio l'immensa ricchezza dell'insegnamento in essi racchiuso, vero patrimonio dell'umanità redenta da Cristo".
E "c'è infine un particolare aspetto - ha affermato Benedetto XVI - che dovrà essere curato con singolare attenzione durante la celebrazione dei vari momenti del bimillenario paolino: mi riferisco alla dimensione ecumenica. L'Apostolo delle genti, particolarmente impegnato a portare la Buona Novella a tutti i popoli, si è totalmente prodigato per l'unità e la concordia di tutti i cristiani".
Quindi, "voglia egli guidarci e sorreggerci - conclude il Papa - in questa celebrazione bimillenaria, aiutandoci a progredire nella ricerca umile e sincera della piena unità di tutte la membra del Corpo mistico di Cristo", che è la Chiesa.
mons. Gilberto Donnini