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Articolo 04/02/2007
Sembra interessante riprendere qualche aspetto dell'intervento fatto giovedì scorso dall'Arcivescovo nel salone del Collegio "De Filippi" gremito di amministratori locali della nostra zona.
Innanzitutto la necessità di una politica "lungimirante e forte" che sappia "aiutare a superare le paure, la frenesia dell'isolamento e dell'individualismo, che apra quindi all'accoglienza e ad un progetto sociale nuovo, che abbia radici profonde nel passato, ma sappia aprirsi al futuro".
Ma qual è la caratteristica fondamentale di questa politica? Si tratta di una politica che non guarda soltanto ai propri spazi, al proprio orticello perché "nessuna realtà può essere svincolata dal resto, sciolta da ogni legame".
A questo proposito, l'Arcivescovo ha fatto una sottolineatura interessante: ha colto una analogia tra le realtà amministrative e politiche locali e le parrocchie. La necessità di "pensare insieme", per "decidere insieme" superando i confini ristretti delle proprie realtà vale per gli amministratori pubblici come, in chiave ecclesiale, vale per i responsabili delle comunità, delle parrocchie perché altrimenti - ha detto il cardinale citando S. Ambrogio - essi "non vivrebbero l'oggi e non si aprirebbero al domani".
Elencando, poi, le caratteristiche della politica il card. Tettamanzi ha richiamato la necessità di una azione capace di scelte coraggiose, lungimiranti e tempestive, a servizio dei rapporti tra gli uomini, capace di scambiarsi reciprocamente servizi, aiuti e doveri ("Il Gange dei diritti, discende dall'Himalaia dei doveri" ha puntualizzato l'Arcivescovo citando una frase del Mahatma Gandhi).
Ma, soprattutto - e su questo sembra opportuno ritornare - "la politica ha bisogno sempre di un avverbio: insieme".
È importante tornare a discutere insieme. "Prima di tutto con quelli della propria parte politica, perché anche questa abitudine sembra perduta e ciò causa non poco sconforto e disaffezione. Poi anche con quelli che non la pensano come noi: la politica non è mai il luogo della separazione irreparabile, è piuttosto il luogo della paziente tessitura e della costruzione di soluzioni il più possibile condivise".
Un discorso che certamente il card. Tettamanzi ha voluto rivolgere a tutti ("Il dialogo, dunque, è importante tra gli uomini, ma è fondamentale per gli amministratori locali"), ma che è particolarmente urgente per chi, come i cattolici, condivide almeno la stessa fede e le stesse indicazioni autorevoli che vengono dal Magistero della Chiesa.
mons. Gilberto Donnini