edicola - articoli
Articolo 28/01/2007
La festa della famiglia che si celebra oggi in diocesi e il percorso pastorale diocesano che, per tre anni a partire da questo, invita a riflettere sulla realtà familiare, indirizza ancora una volta la nostra riflessione su questo argomento.
La famiglia che, da sempre, riveste il ruolo di elemento fondamentale per la costruzione della vita personale e civile sembra oggi per tanti versi in crisi. Si parla di famiglie che non reggono o che fanno fatica a formarsi nell'impegno definitivo di amore: stiamo insieme per un po' e poi vediamo - appare questo l'atteggiamento di tanti.
Vale, quindi, la pena di fare una riflessione per riscoprire quello che fa della famiglia l'elemento indispensabile per la costruzione della persona umana.
È vero che oggi sembra esserci un rapporto meno polemico tra genitori e figli, anche se magari cresce l'incomunicabilità e l'indifferenza. È vero che, all'interno della famiglia pare si sia stabilito un rapporto più equilibrato tra marito e moglie e che venga riconosciuto maggiormente il ruolo fondamentale della donna.
Però ci sono anche nuove e preoccupanti debolezze. Tra queste la fragilità nei rapporti della coppia che, tante volte, alle prime difficoltà minacciano di andare in frantumi; un impoverimento di rapporti, di colloquio, di sostegno reciproco anche all'interno di matrimoni apparentemente stabili.
C'è, poi, lo stess che viene dai ritmi massacranti imposti da un lavoro dove la fretta, la mobilità, la flessibilità - e tante altre cose di questo tipo che, se esaltano la produttività, però non sempre fanno un buon servizio alla persona umana - lasciano meno spazio, meno disponibilità di attenzione agli altri.
C'è, anche, una cultura di massa che corrode i rapporti all'interno delle famiglie con i suoi messaggi che banalizzano lo stile familiare e gli affetti che lo sostengono.
E - in un clima di smarrimento generale - forse proprio le attese positive di cui viene caricata la comunità familiare (vista, qualche volta, come l'unica ancora di salvezza), alla fine fanno sentire sposi e genitori oberati da un peso che spaventa e che fa paura.
Qual è, allora, il contributo che la ricorrenza di oggi dà di fronte a questi problemi? Non sta tanto nella proposta di un tipo ideale di famiglia da realizzarsi a tutti i costi e in tutte le situazioni, ma nell'indicazione a vivere il matrimonio e la famiglia - pur nelle difficili situazioni dell'oggi - animati e sorretti dalla fede e dall'amore che vengono dal Signore Gesù.
Dobbiamo, cioè, partire dall'amore vero, quello di cui è segno la famiglia così come è stata pensata, creata dal Signore: l'unione stabile di un uomo e di una donna che avendo scelto di amarsi sempre, nella buona e nella cattiva sorte, diventando addirittura collaboratori di Dio nel dare la vita, e manifestano così la natura profonda di Dio che è amore.
L'amore immagine di quello di Dio è, infatti, donazione di sé, ricerca per scoprire ogni giorno dentro di sé il meglio che abbiamo per metterlo a disposizione degli altri, desiderio di mettere in comune i dolori e le gioie. Così la famiglia può essere realtà vissuta insieme, non chiusa in se stessa, ma aperta ai problemi della società.
mons. Gilberto Donnini